L’Archivio: Un Elemento in più per Individuare un Artista di Successo.

L’Archivio: Un Elemento in più per Individuare un Artista di Successo.

by Verardi Art Advisor, 29 Ottobre 2021

 

Amiamo immaginare gli artisti illuminati dalla musa creatrice che si mettono all’opera, pieni di passione, estro e genialità. Così, quando ne osserviamo il successo, pensiamo che magia e talento, possano bastare per farne decollare le quotazioni.

Indubbiamente, il valore di un artista è dato dalla sua eccezionale creatività ma se il talento è un requisito necessario per accedere al mercato dei grandi da solo non basta a fare grande il mercato di un artista.

Fare l’artista è un lavoro serissimo, perché quando un collezionista compra un’opera d’arte non acquista alcunché di materiale e oggettivamente misurabile ma un’idea: un sogno trasformato in progetto concreto che può essere posseduto.

Le idee sono tanto potenti quanto delicate e se si insinua il dubbio che l’opera che ci ha stregato non sia vera, basta un attimo per infrangere tutti i nostri desideri.

Per le opere di arte contemporanea questo problema viene affrontato dall’attività degli archivi, il cui compito è di tutelare e valorizzare la memoria di un artista, attraverso un lavoro di promozione, archiviazione e autenticazione.

L’archivio viene istituito dopo la scomparsa dell’artista ma spesso, negli anni più recenti, diversi artisti illuminati sulle dinamiche di mercato, hanno deciso di creare loro stessi il loro archivio, designando gli organi di consiglio che saranno poi deputati a gestire l’associazione quando l’artista non ci sarà più.

La serietà e l’organizzazione, con cui viene catalogato e tracciato il lavoro di un artista, sono elementi fondamentali affinché il parere di un archivio risulti decisivo nel processo di autenticazione.

Per rendere più chiaro quanto possa influire sulle quotazioni di un artista un lavoro d’archivio ben fatto e affidabile, vi invito a osservare l’andamento del mercato dell’artista Mario Schifano.

Schifano è un artista di indiscusso talento, che fin dai suoi primi esordi ha fatto innamorare critici e collezionisti. Principe della mondanità romana degli anni’60 e acclamato maestro negli anni’70, artista amato e maledetto ha alternato talento ed eccessi per tutta la vita.Produceva tantissime opere ogni giorno ed era noto che spesso le donasse, come pegno o pensiero, senza registrare alcuna ricevuta o nota d’archivio.

Questa vita frenetica e disordinata non ha reso certo facile agli eredi il lavoro di tutela della memoria di questo grande maestro. E così, dopo la morte dell’artista, il mercato iniziò a chiedersi: chi si sarebbe occupato dell’archivio? C’era qualcuno in grado di ricostruire realmente quante e quali opere fossero state vendute dal maestro?

Questa atmosfera incerta non ha giovato alle quotazioni dell’artista, cominciando ad allontanare i collezionisti spaventati dall’idea di non riuscire ad avere la certezza che le opere fossero autografe.

Poi nel 2003, la situazione si fa ancora più complessa perché Monica de Bei, vedova dell’artista, decide di uscire dal consiglio della Fondazione Mario Schifano per fondare l’Archivio Mario Schifano. Il gesto, motivato da gravi divergenze sulle perizie di autentica, da il via a una diatriba legale che si concluderà nel 2017 con la vittoria dell’Archivio sulla Fondazione; alla quale saranno negati sia il diritto di autentica che di utilizzo del nome dell’artista (da allora infatti il nome ufficiale è Fondazione Multi Studio).

La ritrovata chiarezza, porta nuova fiducia nel mercato, tanto che negli ultimi anni le opere di Schifano hanno ricominciato ad attrarre l’interesse dei collezionisti dapprima italiani, e poi anche all’estero, complice la selezione operata dalle principali gallerie e case d’asta internazionali che ha contribuito a riportare l’attenzione dei collezionisti sui lavori migliori.

Ci sono stati anni difficili per il mercato di Mario Schifano, dove anche per gli addetti ai lavori era complesso scegliere le opere giuste, ma alla fine il talento e la qualità hanno avuto la meglio.

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